La novità che porta questo plugin SplitEQ, con una tecnologia oggetto di brevetto, quindi proprietaria di Eventide, è quella di splittare la banda su cui ci troviamo in una parte di transiente ed una di tono.
La parte di transiente è quella iniziale, percussiva, che caratterizza l’attacco di un suono, la parte tonale è quella appunto del body, del sustain. Spieghiamolo meglio con questa immagine che ritengo particolarmente esaustiva:
Ragioniamo un attimo prima sull’interfaccia del plugin dove troviamo:
- SEZIONE DI UTILIZZO DEL PLUGIN, classica, in cui salvare/richiamare preset, effettuare Undo/Redo, confrontare due “scene” A/B, accedere alle informazioni/manuale e regolare la scala in dB
- LA PARTE GRAFICA, operativa, dove troviamo ovviamente l’analizzatore di spettro e gli interventi fatti
- LA ZONA DESTRA, dove troviamo il metering dedicato al controllo di output del plugin, che è possibile utilizzare in modalità sia linkata che indipendente per transient e tonal. Troviamo anche le impostazioni dell’analizzatore ed alcuni settings globali come il Pan e la “Eq Scale” che permette di lavorare globalmente sull’incidenza degli interventi fatti per entrambe le componenti
- LA ZONA INFERIORE, in cui troviamo i controlli di tutte le bande a disposizione ed i relativi interventi fatti, dove possiamo modificarli, mettere in solo la singola componente (transient o tonal) per la singola banda e gestire anche il pan, sempre di ogni singola componente nella banda
- LA ZONA DI SPLIT, dove possiamo settare la sorgente più vicina alla nostra traccia audio per ottimizzare l’algoritmo di crossover e dove effettuare il fine-tuning dello splitting, andando sia a definire appunto la zona di crossover, che il suo decay e smoothing, per avere una separazione più netta o più morbida
Sono certo che una volta superata l’iniziale “confusione” nel distinguere bande, zone, componenti e detecting il plugin in realtà è molto semplice e credo che questo sia proprio un punto chiave della bellezza di SplitEQ.
Al centro, nella zona gialla, siamo abituati a lavorare come su qualsiasi altro plugin, ed infatti aggiungo che oltre all’utilizzo per split transient/tonal, abbiamo a disposizione anche un “classico” equalizzatore da mix/mastering di ottima qualità.
La scelta della tipologia la facciamo, graficamente sulla banda: quando usiamo la maniglia grigia centrale stiamo lavorando nel modo tradizionale a cui siamo abituati, usando la maniglia verde lavoriamo sulla componente transient, usando quella blu su quella tonal.
Se poi andiamo in basso, cliccando su “Pan”, sotto la zona inferiore, accediamo alle impostazioni di panning (sia Left/Right che Mid/Side) di ogni banda, per ogni componente.
Possiamo per esempio decidere di pannare a sinistra solo la parte di transiente di una determinata banda. Queste possibilità, come capiamo, aprono anche ad utilizzi creativi molto importanti del plugin.
Ma veniamo alla prima domanda che ci verrebbe in mente…
Quando usare un plugin del genere?
Beh, gli utilizzi sono tanti: audio restoration, correzione di riprese microfoniche con problemi, modifica “creativa” di tracce, enhancing multibanda dell’immagine stereofonica e davvero tanto altro.
Forse non per tutti è immediato capire come questa innovativa tecnologia possa aiutarci, è per questo che ho deciso di fare un paio di esempi in modo da rendere molto più chiara la potenza del plugin e del suo algoritmo.
SplitEQ sulla batteria
Partiamo da un loop di batteria, in questo caso l’ho importato da Splice, si tratta di un loop di Ilan Rubin:
Come possiamo sentire questo LR di batteria ha un discreto attacco, voglio stravolgere completamente il suono ed ottenere un suono decisamente più “roomy”, come faccio?
Con SplitEQ molto semplice, vado ben oltre quello che avrebbe fatto un semplice transient designer: per prima cosa rifinisco il detecting per far si di avere una parte di transiente molto secca, per prendere l’attacco iniziale e pochissimo altro. Tiro giù di 9dB la parte di Transient (lo vedete sul fader di destra) e dò subito 2dB a quella Tonal, poi faccio degli interventi mirati a togliere ancora un pò di attacco sulla parte bassa della cassa, con un low shelf sulla prima banda/transient, successivamente dò un pò (2.5dB) di parte medio bassa, su Tonal, perchè voglio tirar fuori un pò di “boxiness” tipica di una ripresa microfonica di una room.
A questo punto mi sposto sull’attacco dello snare, circa a 2.2K, e sulla parte transient tiro giù poco più di 3dB e come ultimo step in high shelf sui 4K circa tiro giù sia la parte tonal che transient per avere meno piatti.
Ecco uno screen degli interventi che vi ho descritto e subito dopo l’audio. Che dire, incredibile eh?
SplitEQ sulla chitarra
Ora passiamo ad un altro sample di chitarra, preso sempre da Splice, la registrazione è “particolare” per così dire, il sound non è definito, l’impatto non è nè di un close miking nè di di una ripresa completamente ambientale, c’è un piatto e delle risonanze in alto, non mi convince molto:
Applico una serie di interventi per rendere il campione un pò più “emotional”, reale, lavorando anche con l’immagine stereofonica delle bande. Risultato veramente interessante.
SplitEQ su un rullante
Adesso ascoltiamo invece una registrazione che mi è stata inviata da un amico che registra in una stanza poco trattata, un classico SM57 su un rullante. Sicuramente la pelle non è nuova, il suono è molto inscatolato, con poco attacco, chiuso, molto boxy:
Con una serie di interventi mirati, voglio cercare di recuperare questa traccia e migliorarla. Per aggiungere chiarezza ed attacco, sicuramente interverrei con sulle medio alte, ma questo aumenterebbe il rientro dei piatti e creerebbe confusione.
Dando solo attacco con un transient designer, sicuramente porterei su anche qualcosa di non gradito, parallelamente a questi interventi la nota del rullante (che suona sicuramente più del dovuto) darebbe fastidio.
Vedete in questo screenshot quello che ho fatto, sono enormemente soddisfatto, un risultato simile fino a pre-SplitEQ non era possibile, almeno per quanto mi riguarda.
Il rullante ha preso aria, attacco, definizione, non è aumentato l’inscatolamento pur avendo guadanato corpo ed ha meno risonanza.
Conclusioni
Che dire, in conclusione penso che questo plugin sia tanto potente quanto rivoluzionario e allo stesso tempo semplice. Gestione del segnale a questo livello, con questa interfaccia, questa facilità, questa gestione costante di tutto il lavoro è veramente un passo in avanti.
Come sempre ricordiamo che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, quindi stiamo sempre a ponderare bene e a riflettere su ogni singolo intervento perchè l’arma che abbiamo è potente, e potrebbe giocare brutti scherzi.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale Eventide.
Il test è stato condotto presso gli Hologram Studios.
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